In questo articolo:
Il piano del consumatore (ora piano di ristrutturazione dei debiti) – come liberarsi dei debiti

Il piano di ristrutturazione dei debiti (introdotto dal Codice della Crisi, entrato in vigore – dopo una serie di proroghe – lo scorso 15 luglio) non è altro che il vecchio piano del consumatore, vale a dire uno strumento che consente a chi si è sovraindebitato, ha cioè assunto debiti che non è più in grado di saldare, di liberarsene in breve termine, ottenendo l’esdebitazione.

In pratica, quando il consumatore si trova con l’acqua alla gola, non riuscendo più a far fronte agli impegni assunti (anche per il costante aumento dei prezzi dei principali beni di consumo, dei costi di gestione della casa, delle spese di mantenimento dei figli, delle rate del mutuo, dei prestiti onerosi ottenuti, ecc.), può accedere ad uno strumento che gli consente di liberarsi, a determinate condizioni, di tutti i debiti, e di ripartire daccapo. Si parla di refresh start, per evidenziare la possibilità di un nuovo inizio, di una cancellazione definitiva di tutte le pendenze debitorie che gravano sul soggetto sovraindebitato.

Lo strumento è stato adottato dal nostro ordinamento, in armonia con quanto era già disciplinato in altri Paesi, al fine di contrastare il fenomeno dei frequenti suicidi, che hanno interessato persone disperate, sommerse di debiti, da cui non riuscivano più a liberarsi. Infatti, il debitore che subisca le varie iniziative di recupero forzoso dei creditori resta sempre soggetto alle loro iniziative, sinché non saranno integralmente soddisfatte le loro ragioni di credito. Intraprendere nuove attività diventava pertanto impossibile, senza potersi liberare dal fardello dei debiti maturati.

L’esdebitazione, invece, ottenibile con il buon fine della procedura di ristrutturazione dei debiti, comporta la liberazione totale e definitiva da tutti i debiti maturati, consentendo al beneficiario di ripartire daccapo, senza alcun debito. Ciò gli consentirà -altresì- di accedere a nuovi finanziamenti, utili per aprire una nuova attività remunerativa.

Il piano di ristrutturazione è riservato, però, a quei soggetti che si sono venuti a trovare nella situazione di sovraindebitamento per ragioni che non sconfinano nella colpa grave, malafede o frode. Si tratta di coloro che hanno assunto obbligazioni nella convinzione di riuscire ad onorarle, e che per una serie di fattori estranei, o per valutazioni non ponderate con la dovuta cautela ed attenzione, o per la superficialità con cui gli enti finanziatori hanno erogato il credito, si sono trovate in una situazione non più gestibile, che non riescono più a superare con le poche risorse a disposizione.

Il piano di ristrutturazione dei debiti ha il pregio di non avere un contenuto vincolato, nel senso che può essere articolato e pensato su misura del singolo consumatore, tenuto conto del caso concreto, della natura e caratteristiche dei suoi debiti, della sua attività e delle sue entrate, delle sue esigenze di vita e delle sue necessità. Non c’è un limite temporale prestabilito, né una percentuale minima di soddisfazione dei crediti. Può prevedere la liquidazione di beni (non necessariamente di tutti), il pagamento di rate mensili, la cessione di crediti, ecc. E’ prevista anche la possibilità di presentazione di un piano familiare, che coinvolga pure i familiari con cui si sono assunte congiuntamente le obbligazioni che hanno determinato il sovraindebitamento, o comunque i familiari conviventi. Ciò consente di liberare la famiglia intera da ogni debito, e di ripartire da zero, senza il carico dei debiti assunti negli anni precedenti.

Il piano è riservato (salvo alcune isolate eccezioni) a chi riveste il ruolo del consumatore. Deve trattarsi cioè di una persona fisica che ha assunto debiti nella sua veste di soggetto privato, e comunque estranei all’attività imprenditoriale, commerciale, artigiana e professionale eventualmente svolta. In poche parole, vi può accedere anche chi sia, per esempio, imprenditore, ma con riferimento a debiti che abbia contratto al di fuori della sua attività d’impresa. Si pensi, ad esempio, al caso del commerciante che abbia contratto un mutuo per l’acquisto della casa, e prestiti per l’acquisto di elettrodomestici od arredi. Ebbene, con riferimento a questi debiti anche questo soggetto, pur essendo un commerciante, è da intendersi alla stregua di un consumatore, e può pertanto accedere al piano di ristrutturazione di questi debiti, separati dalla sua attività commerciale.

Oppure si pensi all’ipotesi in cui detto commerciante abbia rilasciato una fideiussione ad una banca a garanzia di un finanziamento richiesto dal figlio. E’ chiaro che, anche in questa ipotesi, il debito contratto è estraneo alla sua attività commerciale; con la conseguenza che, rispetto a tal debito, va considerato come consumatore, e pertanto come soggetto che può proporre il piano di ristrutturazione, ove sovraindebitato.

La proposta va costruita ed articolata con l’ausilio dell’Avvocato, che può dare ogni corretto suggerimento ai fini del miglior risultato possibile.

Avv. Alessandro Bosio

Share on facebook
Facebook
Share on twitter
Twitter
Share on linkedin
LinkedIn
Share on whatsapp
WhatsApp

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenti sul post